Charmaine Crooks è stata una quattrocentista di buon livello: cinque Olimpiadi vissute in pista, un argento vinto nella 4x400m alla sua prima apparizione (Los Angeles 1984) e dodici anni dopo, ad Atalanta, l’onore di essere portabandiera del Canada nella cerimonia di apertura1.
Charmaine Crooks ha sempre pensato che poteva restituire una parte di quanto lo sport le aveva dato ricoprendo ruoli all’interno di organi istituzionali, come la Commissione atleti del CIO o il Comitato olimpico canadese, o di organizzazioni indipendenti, come la World Olympians Association:
I am keen about giving back to the next generation of young Canadian business and sports leaders, especially women and the Black community as a mentor and advisor2
Già, perché Crooks è canadese da sempre, ma giamaicana di nascita. In Cinque cerchi di separazione parlo di marginalità e chissà che non sia stata questa combinazione di due marginalità diverse (l’esser donna e l’appartenenza alla Black Community) a rendere più complesso e tortuoso il cammino verso ruoli apicali all’interno delle istituzioni sportive del suo paese. In fondo, Crooks nel 1994, ancor prima di appender le scarpette al chiodo, aveva mostrato di vedersi bene in posizioni di rilievo, visto che aveva fondato la NGU Consultant, agenzia che si occupa di marketing e management sportivo e di cui è ancora CEO.
Ad ogni modo, nel maggio 2023, all’età di 60 anni, l’ex quattrocentista canadese è diventata presidente della federazione calcistica canadese, la CSA, nota anche familiarmente come Canada Soccer: prima donna, nonché prima persona di colore a riuscirci. Un percorso iniziato nel 2012, quando Crooks iniziò a ricoprire ruoli dirigenziali in Canada Soccer, e che aveva già registrato un’accelerata nel gennaio 2021, quando Crooks è diventata vicepresidente.
Poi il presidente Nick Bontis si è dimesso, a quattro quinti del suo mandato, ed ecco che lei è stata eletta presidente ad interim, fino alle elezioni vere e proprie che si terranno nel 2024.
Ora, lungi da me dal non essere contento che, in un sol colpo, sia caduta una doppia barriera di colore e di genere in una federazione come Canada Soccer che, tra le altre cose, deve affrontare la protesta delle calciatrici della Nazionale, oro olimpico a Tokyo 2020, che, al grido di Enough is enough, chiedono che venga loro riconosciuta parità di trattamento e opportunità rispetto ai loro colleghi maschi. La stessa Crooks, nel primo discorso dopo il nuovo incarico, ha fatto capire di voler continuare ad appoggiare il Project8 di Diana Matheson che dovrebbe portare il calcio canadese al femminile a dotarsi nel 2025 di una lega professionistica.
La cosa che, però, “sorprende” è come, dietro la scelta di affidare la presidenza di un organismo sportivo all’ex velocita canadese, sembra esserci la necessità di eleggere un traghettatore, anzi una traghettatrice (o, se lo si preferisce, una tappabuchi, in attesa che le cose tornino sul giusto binario).
E non è solo questione che l’incarico è ad interim: da neo presidente Charmaine Crooks è, infatti, dovuta subito comparire difronte a una Commissione parlamentare che sta indagando i non chiari rapporti tra la federazione e l’agenzia commerciale indipendente (ma poi forse non così tanto…) Canadian Soccer Business. E l’audizione ha vissuto momenti particolarmente caldi, specie quando la conservatrice Rachael Thomas ha accusato l’ex velocista di star prendendo in giro tutti, visto che aveva dichiarato di non ricordare se era presente o meno ad alcuni incontri tra i vertici della federazione e gente della Canadian Soccer Business.