In pratica è successo che nell’ultimo weekend di gennaio 2023, la Coppa del Mondo di sci alpino maschile sia passata da Cortina d’Ampezzo: due Super-G, uno il sabato, l’altro la domenica, disputati sull’Olimpia delle Tofane, la pista che è tappa fissa nel calendario della rassegna femminile.
Se lì ci corrono ogni anno le donne… se gli uomini non ci disputavano una gara di Coppa del Mondo dal 1990… se, quando due anni fa Cortina ospitò il Mondiale, per i signori della velocità era stata approntata una pista a parte, il motivo è che, ovviamente, “le piste delle donne” sono facili!
Forti di questo presupposto e, comunque, costretti a non dire male di una località italiana, anzi della località che ospiterà la prossima Olimpiade invernale, i telecronisti Rai avevano iniziato sabato la diretta un po’ sulle uova. Eppure lo sciatore azzurro Mattia Casse prima della gara ai microfoni della stessa Rai aveva detto (mostrando anche un po’ di sorpresa): «Si dice che è la pista delle donne, che è facile, ma… non è così banale, ci sono bei dossi, la neve è veloce». Pure Alexander Kilde, uno che giusto qualche giorno prima aveva vinto la discesa di Kitzbühel, in una breve intervista aveva parlato di difficoltà in merito a ciò che lo attendeva quella mattina.
Poi è partito il primo dei due Super-G. Così, tra una lode alla «morfologia del terreno»1 e una al paesaggio (tra l’altro, davvero mozzafiato) e non dimenticando di sottolineare come gli organizzatori avessero accentuato i dossi per rendere la pista “meno da donne”, Davide Labate e Alberto Schieppati hanno iniziato a raccontare una gara che si è rivelata via via sempre più emozionante, piena di passaggi difficili e selettiva. Tanto che a vincere è stato il migliore, Odermatt (lo svizzero è anche primo in Coppa del Mondo) e dietro di lui sono giunti i due intervistati pre-gara Kilde e Casse.
Domenica, tracciato diverso, gara ancor più selettiva, Kilde fuori e Odermatt di nuovo sugli scudi. Con il vantaggio che stavolta Labate & co. non si sono sentiti più in dovere di rimarcare che gli uomini erano costretti a scendere sulla pista delle donne. Anche perché ne sarebbero usciti sminuiti i due podi colti dagli azzurri nel weekend2.
‘Ste donne sciatrici allora così tanto male non sono? Da appassionato televisivo non praticante ritengo che il weekend cortinese abbia ancora una volta mostrato che, al contrario di come viene narrata, la distanza tra le capacità tecniche e fisiche di un uomo e quelle di una donna non sia poi così abissale.
Stavolta è toccato allo sci alpino e allora, giusto, per aggiungere qualche dato in più ricordo che:
– Le donne non hanno mai disputato discese o Super-G di Coppa del Mondo in templi della velocità come Kitzbühel o Wengen, ma nel dicembre 2018 lo hanno fatto in Val Gardena, sulla Saslong, che non ha nulla da invidiare alle precedenti quanto a difficoltà; in particolare, la discesa femminile del 18 dicembre 2018 si svolse ricalcando gli ultimi 2165 metri dei 3446 della gara maschile di qualche giorno prima.
– La FIS (la Federazione Internazionale) ha deciso di far correre gli uomini a Cortina quest’anno e le donne in Gardena nel 2018 per recuperare gare non svolte altrove; ergo, uomini e donne hanno calendari di Coppa diversi anche perché una singola località non può ospitare nello stesso weekend gare femminili e maschili per il massiccio impegno organizzativo che questo richiederebbe (accade solo per i Mondiali e per le finali di Coppa del Mondo, cui però si qualificano solo i migliori e le migliori); oltretutto, la scelta di mandare gli uomini qua e le donne là permette di “accontentare” più località anche di una stessa nazione.
– A Lake Louise (Canada) donne e uomini gareggiano in weekend differenti, ma sulla stessa pista che -non a caso- si chiama Men’s Olympic Downhill: evidentemente il paese nordamericano non ha due località da accontentare; nel 2022 la gara delle donne era lunga 3038m, quella degli uomini 3087.
– Al citato Mondiale di Cortina del 2021, il due Super-G valido per la combinata maschile e quello valido per la combinata femminile furono disputati sullo stesso tracciato, a qualche ora di distanza uno dall’altro, causa problemi di calendario altrimenti irrisolvibili. Federica Brignone, 1° nel Super-G femminile, avrebbe realizzato il 28° tempo nella gara maschile a 2”08 dal leader Crawford.
Concludo, infine, con un’osservazione. Per avere una visione più a largo raggio sarebbe stato utile sentire anche qualche voce tecnica femminile per capire quanto le discesiste di adesso siano davvero in grado di aspirare a colmare questo gap di genere sotteso alla scelta che la FIS fa in merito a sedi e piste su cui si svolgono le gare di coppa. Avremmo… ma quest’anno la Rai offre solo voci tecniche maschili, causa anche gli impegni che hanno portato Daniela Ceccarelli a seguire a tempo pieno i primi passi nelle gare che contano della figlia Lara Colturi (che corre per l’Albania). Rimane, quindi, solo l’eco di quella infelice battuta di Goggia che giustificava l’assenza di gay tra gli sciatori con il fatto che per buttarsi in picchiata sulla Streif di Kitzbühel ci vogliono gli attributi.