Road to Euro 2022. Verso l’Europeo femminile di calcio in Inghilterra, 6-31 luglio 2022.
La stagione calcistica 2021/22 è tutt’altro che finita: è tempo di Nazionale. E visto che l’Italia maschile non parteciperà alla fase finale del Mondiale in Qatar a fine novembre, possiamo affermare senza ombra di dubbio che l’evento più importante del 2022 legato alla Nazionale è l’Europeo femminile che andrà in scena in Inghilterra tra il 6 e il 31 luglio.
Europeo a sedici squadre (come quelli maschili dal 1996 al 2012) e, quindi, gironi da quattro e le prime due che passano alla fase a eliminazione diretta. Le azzurre di Milena Bertolini sono nel gruppo D con Francia, testa di serie, Belgio e Islanda. Visto che, però, le convocazioni varie sono ancora di là da venire, occupiamoci in questo primo pezzo di stadi, città e location che ospiteranno i match.
Gli impianti coinvolti sono in totale dieci, o meglio otto più due: Old Trafford, che ospiterà solo il match inaugurale Inghilterra-Austria, e Wembley, dove andrà in scena esclusivamente la finale, davanti, però, a 90mila tra spettatori e spettatrici. Come informa Louise Taylor sul Guardian, infatti, l’evento era già sold out 43 minuti dopo l’apertura della vendita on line dei biglietti, lo scorso 28 marzo. Probabilmente, una volta note le squadre in finale, quei tagliandi potrebbero cambiare proprietario, magari a prezzo maggiorato, ma intanto il dato di per sé è molto significativo.
In poco più di un’ora e mezza sono terminati anche i biglietti per Inghilterra-Irlanda del Nord, in programma al St.Mary’s di Southampton per la terza giornata del girone preliminare. L’impianto, che venti anni fa ha sostituito il The Dell, ha una capienza di 32mila posti e questo lascia intendere quale asticella si siano posti gli organizzatori per le partite “intermedie” con maggiore appeal. Ci sono, però, delle asimmetrie che ora andiamo a svelare.
Altri tre degli otto stadi che ospiteranno gli incontri in programma tra il 7 e il 27 luglio hanno una capienza tipo St.Mary’s. Sono Bramall Lane (Sheffield), Falmer Stadium (Brighton & Hove), Stadium MK (Milton Keynes). Decisamente meno grandi gli stadi di Brentford (17mila posti) e di Rotherham (12mila), il Leigh Sport Village (12mila) e il Manchester City Academy Stadium (7mila). Questi ultimi due sono i campi di allenamento delle due squadre maschili di Manchester e ospitano i match interni delle rispettive squadre femminili, che sono tra le dodici che militano in Women’s Super League (WSL).
Le sei partite di ognuno dei quattro gironi si giocano in due stadi e, sebbene sia giusto accoppiare stadi di città tra loro abbastanza vicine (Brighton & Hove-Southampton; Milton Keynes-Brentford; Sheffield-Leigh; Rotherham-Manchester), il risultato è che il gruppo D, quello dell’Italia, si gioca interamente in due dei tre impianti meno capienti. E considerando che nello stesso raggruppamento c’è la Francia, una delle squadre più forti e con maggior seguito, la scelta non sembra esser stata oculata (o il sorteggio favorevole, vedete voi).
Chi, a tale proposito, non l’ha mandata a dire è stata Sara Björk Gunnarsdóttir, centrocampista islandese dell’Olympique Lione e, quindi, anche lei interessata al girone delle azzurre:
In Inghilterra ci sono tanti stadi e giocheremo su un campo di allenamento del City che può contenere circa 5000 spettatori. È imbarazzante. Non è un segno di rispetto verso noi calciatrici.
Da un punto di vista strettamente geografico c’è, comunque, uno sbilanciamento a favore della direttrice Manchester-Sheffield. Il Nord-Est dell’Inghilterra è stato escluso, così come il Sud-Ovest e buona parte del centro. Interessante, però, capire se le città e gli stadi selezionati sono in qualche modo a legati alla competitività attuale dalle squadre femminili di pertinenza. La risposta sembra no. Fatta eccezione per i due club di Manchester, solo il Brighton & Hove ha la squadra in WSL e in questa stagione è arrivato settimo. Lo Sheffield United ha disputato e disputerà anche il prossimo anno la Women’s Championships (che equivale alla nostra Serie B), il Southampton vi è stato appena promosso dalla Women’s National League, campionato in cui milita il Milton Keynes Dons; Rotherham e Brentford femminili giocano, invece, in campionati regionali.
Tra l’altro, le sezioni femminili di Leicester City, Birmingham City e Reading, tutte al momento in WSL, giocano abitualmente i match interni sul terreno di casa calcato anche dai colleghi maschi (sia pure con un numero di paganti molto basso), ma i loro stadi (King Power Stadium, St. Andrew’s e Madejski Stadium, rispettivamente) non sono stati tra gli stadi designati per questo Europeo.
Concludiamo riportando una interessante analisi fatta sempre da Louise Taylor sul Guardian sulla composizione della “popolazione” che il primo giorno di apertura delle vendite si è aggiudicata i biglietti:
I biglietti sono stati acquistati da persone residenti in 89 paesi diversi: il 48% di coloro che ha comprato sono donne e il 34% ha meno di 35 anni.
La maggiore consistenza in termini numerici del pubblico femminile, rispetto a quanto accade in occasione delle partite maschili, è evidente. E non può che essere un buon viatico.
Nell’immagine in evidenza: il Manchester City Academy Stadium