Per la prima volta alla cerimonia di apertura di una Olimpiade, sia essa estiva che invernale, la bandiera italiana verrà portata da due atleti: un uomo, il ciclista Elia Viviani, e una donna, la tiratrice Jessica Rossi. Il primo arriva a Tokyo da campione in carica nell’omnium, la seconda ha vinto nella fossa olimpica a Londra, mentre a Rio de Janeiro si è dovuta accontentare del sesto posto. Il palmares di Rossi, però, non si discute: quattro ori individuali mondiali e tre continentali, nonché il recente successo nella gara mista agli Europei di Osijek, in coppia con Valerio Garzini. E visto che a Tokyo il trap misto ci sarà e il “maschio” della squadra sarà di sicuro Mauro De Filippis1, ecco la possibilità non remota che una medaglia all’Italia arrivi da una coppia che è tale anche nella vita… Ah, no! La tiratrice romagnola ha rivelato di recente che si sono separati. Maledetta modernità!
Battute a parte, i media mainstream ci avrebbero sicuramente sguazzato in questa idea di marito e moglie che vincono insieme in Nazionale, un po’ come al Mondiale di ciclismo su strada del 2019 un pezzo del Corriere dello Sport raccontava dell’attesa per la medaglia nella crono-staffetta dalla «squadra [in cui] gareggiavano anche i fidanzati Viviani-Cecchini», attesa poi frustrata da una foratura di Elisa Longo Borghini. Nell’articolo in questione il giornale “specializzato” non faceva menzione della modalità con cui si svolgeva la prova al debutto iridato, né indicava esplicitamente la composizione del sestetto italiano, ma specificava che Elia Viviani ed Elena Cecchini erano una coppia nella vita.
Del resto, quando in gara ci sono (anche) donne si sa che l’agonismo passa in secondo piano.
E chissà che il CONI non si sia convinto ad affidare a Viviani e Rossi la bandiera patria anche perché i due sono (o sono stati) parte di una coppia sportiva nella vita.