Vedendo che il suo nome non c’era nella lista dei diciotto arbitri selezionati per condurre le partite della fase finale di Euro 2020 eravamo rimasti un po’ sorpresi: dopo la Supercoppa europea del 2019, l’esordio in Europa League e quello in Champions League, pensavamo che la UEFA avrebbe sfruttato l’occasione per far infrangere alla francese Stephanie Frappart una nuova barriera e le avrebbe affidato la direzione di un match del Campionato europeo maschile1.
Apprendendo la composizione della quaterna arbitrale di Italia-Turchia abbiamo poi capito: a livello di impatto mediatico (e di ritorno di immagine) affidare a Frappart la conduzione di una anonima Danimarca-Finlandia vale molto meno che vederla ai bordi del campo in occasione del match inaugurale dell’intera manifestazione in qualità di fourth official, come dicono gli inglesi, o di quatrième arbitre, come scrivono i giornali francesi.
Già, perché se usiamo l’italiano ecco che a Frappart è il “quarto uomo“. Per carità, Treccani docet:
Dal punto di vista biologico uomo è il termine con cui sono indicate tutte le specie di mammiferi primati ominidi appartenenti al genere Homo
Ma adesso che una donna è stata ufficialmente designata per ricoprire quel ruolo in una partita di calcio maschile che vedranno milioni di persone in Italia, sarà corretto parlare ancora di “quarto uomo”? Un pezzo di Repubblica – non firmato – parla di “arbitro di supporto”, uno del Corriere si parla di “quarto «uomo»” nel titolo e di “quarto ufficiale” nel link al pezzo. Insomma, si cercheranno locuzioni alternative meno maschilizzate per indicare il ruolo, al di là di quale sia il genere della persona che in quel momento sta a bordo campo?
Quello che accade ancora oggi nelle telecronache della pallanuoto di un Dario Di Gennaro non lascia molte speranze. Anche se in vasca si stanno affrontando quattordici ragazze, le espulsioni determinano quasi sempre la situazione di “uomo in più” e quando l’espulsa torna in acqua si torna a “uomini pari”. Il tutto nonostante la voce tecnica, Francesco Postiglione, usi in modo più corretto i termini “superiorità numerica” e “parità numerica”. Spesso si sente dire che è quello il gergo ufficiale, che così lo chiamano anche le giocatrici e i tecnici, che guarda caso sono spesso uomini anche per le squadre femminili.
Il linguaggio, però, non è neutro, veicola significati che vanno oltre, riflette e influenza il modo in cui le persone pensano. Per questo agire sul linguaggio è tutto tranne che una questione solo grammaticale.